Ebe, la dea che versava il nettare agli dei

Ebe, figlia di Era e di Zeus e nell’Olimpo era la dea della giovinezza. Il suo compito era quella di versare il nettare agli dei, mansione che ricoprì fino a quando non si innamorò di Ercole, dal quale ebbe due figli.

La leggenda

Ebe ha uno stretto legame con la madre ed è parte integrante della potente Madre Matrice Cosmica; gode di eterna giovinezza e per questo è la dea dell’eterna giovinezza, luminosa e ridente.

La Dea bambina era la coppiera degli Dei, preparava e serviva il nettare e l’ambrosia che permettevano agli dei dell’Olimpo di rimanere giovani ed immortali; nella mitologia romana, è presente col nome di Juventas. I Romani affidavano a lei i giovani che assumevano la toga virile che li faceva entrare nel mondo degli adulti.

La giovinezza pura di Ebe, tuttavia, non era solo presente nelle donne, ma anche negli uomini. A questo proposito, si narra che Eracle, per ottenere l’immortalità, sposò Ebe dopo essere rinato, mimando la propria nascita uscendo dalla gonna di Hera e bevendo un sorso del latte della Regina degli Dei. Questa vicenda suggerisce come anche gli eroi, per potersi realizzare, debbano per forza entrare in contatto con il proprio io bambino e, in parte, anche col proprio lato femminile.

Versava il nettare agli dei

Ebe non ha una propria vicenda mitica, tuttavia la leggenda vuole che un giorno, mentre serviva il nettare agli dei, cadesse a terra in modo poco conveniente, mostrando a tutti i presenti le proprie parti intime. Questo gesto mostrò a tutti gli Dei misogini l’origine della vita. Secondo la mitologia, questo fatto fu una delle cause per le quali ella venne dispensata dal suo ruolo di coppiera. Si narra infatti che Zeus, innamorato di Ganimede e colto da un impeto di passione, assunse le sembianze di un’aquila per rapire il giovane, affidandogli poi il ruolo di coppiere degli dei, fino ad allora riservato alla figlia Ebe.

La nostra bambina interiore

Ebe è in noi quando siamo strettamente connessi alla nostra immaginazione o quando dimentichiamo convenzioni sociali per vivere in maniera spontanea e libera. L’anima bambina appare quando danziamo a piedi nudi sotto la pioggia e quando ci sentiamo liberi di agire in maniera spontanea. In questi casi, Ebe sorride nel cuore e questo sorriso si riflette sul nostro volto.

La Dea bambina, quindi, ha il compito di custodire la fanciulla interiore presente in ognuno di noi. Solo coltivando il nostro animo bambino, infatti, sarà possibile sfiorare l’immortalità, vivendo in maniera gioiosa il presente.

Raffigurazioni

Nelle raffigurazioni in cui compare, solitamente monumenti, è una giovane donna con un’anfora tra le braccia.

A lei è dedicato il tempio di Corinto nel quale è stato rinvenuto un piccolo vaso, chiamato ariballo. In esso sono riportate figure rosse e nere che raffigurano le nozze di Ebe ed Ercole. In Italia una statua in onore di Ebe si può vedere al museo di San Domenico a Forlì, autore dell’opera lo scultore Canova.

Ebe è stata anche associata a Iuventas, che nella mitologia greca proteggeva i giovani di età adolescenziale. Ai tempi in cui Roma era una monarchia furono istituiti dei sacrifici alla dea, per i ragazzi che diventavano uomini. Il suo tempio venne unificato con quello di Giove Ottimo Massimo sul colle del Campidoglio quando Servio Tullio era il sesto re della capitale.

Le vicende di Ebe

Molte pubblicazioni letterarie narrano le vicende di divinità famose, piuttosto scarse sono invece le produzioni in cui appare la dea Ebe. E’ in un libro per ragazzi di Teresa Buongiorno, pubblicato dall’editore Salani nel 1995, intitolato Olympos, che si narra di Ebe.

A raccontare la storia in prima persona è proprio Ebe, che tiene una sorta di diario in cui racconta tutte le vicende che riguardano l’Olimpo. Il diario è un regalo del padre Zeus in cui la giovane scrive ciò che le accade intorno. Il libro inizia con la venuta al mondo del fratello Efesto, l’ultimogenito di Era e Zeus. Ebe era una ragazzina poco considerata dalla mamma che poi va a vivere con la nonna Rea e il marito Crono.

Non particolarmente bella come molte altre dee dell’Olimpo, Ebe apprende conoscenze sulla natura e diventa amica di Meti, madre di Atena. Grazie alle sue competenze Ebe diventa la coppiera degli dei e lo rimane fino a quando non si unisce in matrimonio con Ercole. Nel libro sono narrate le storie degli abitanti dell’Olimpo e degli eroi, come il rapimento di Ganimede, suo apprendista, o quello di Persefone. Alla fine del romanzo Ebe si sposa ed ha inizio la guerra di Troia.


Foto copertina di I, Sailko / CC BY-SA.

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