Vi ricordate quando eravate adolescenti, con sbalzi di umore, improvvise rabbie e tristezze, voglia di scappare lontano e, nello stesso tempo, tornare ad un caldo rifugio sicuro tra le braccia della mamma, anche se non lo avreste ammesso mai, nemmeno sotto tortura? E vi ricordate le litigate per uscire, per portare abiti, capelli, a modo vostro, oppure uscire e fare le vostre esperienze senza sentirsi inondati da mille raccomandazioni? Adesso siete voi i genitori, come vi comportate? Cosa sentite, di cosa avete bisogno? Ecco un po’ di informazioni, riflessioni, qualcosa con cui confrontarsi per una migliore comunicazione con i vostri figli.
L’adolescenza è quel periodo dell’età evolutiva che si caratterizza per il passaggio dallo stato infantile allo stato di individuo adulto: durante questa fase, infatti, si verifica la perdita dei tratti dell’infanzia che fino a quel momento erano tipici della persona. Nel corso di questo stadio evolutivo si presentano i principali cambiamenti psicologici e somatici che andranno ad incidere su quello che il giovane diventerà nel momento in cui raggiungerà l’età adulta. Tra i vari cambiamenti che si possono verificare durante l’adolescenza possiamo trovare:
- variazione di gusti, aspetto e carattere;
- sviluppo sessuale, emotivo e sentimentale;
- tendenza a chiudersi in sé stesso e non sentirsi capito;
- forte senso di solidarietà fra coetanei;
- necessità di coltivare amicizie in cui sia presente una condivisione di ideali;
- rapporto conflittuale con gli adulti.
L’adolescenza è una fase delicata e interessante, ma al contempo molto difficile da comprendere e analizzare in tutte le sue sfaccettature: si verifica solitamente tra i dodici e i vent’anni, in momenti differenti tra i maschi e le femmine, generalmente anticipatorie dei tempi rispetto ai loro coetanei, ma si conclude per entrambi i sessi con il raggiungimento della maturità in età adulta. In questa età si incontrano una serie di difficoltà, dubbi, paure, preoccupazioni ed incertezze, in quanto il cambiamento che ci si aspettava si presenta diversamente da come si era immaginato. Tra i numerosi momenti che si vivono durante il periodo dell’adolescenza, uno tra i più delicati è, senza ombra di dubbio, il rapporto tra genitori e figli. Analizzare questo tipo di rapporto è un’impresa molto più ardua di quanto ci si possa immaginare: da una parte ci sono i genitori che si trovano da un giorno all’altro figli che sono ben distanti da quei bambini che si nutrivano di baci, abbracci e coccole, e che non riescono più a comprendere come in precedenza, dall’altra parte ci sono i figli che prendono le distanze dai genitori e che improvvisamente non si sentono più capiti da quelli che un tempo erano il loro punto di riferimento. In questo senso, si innesca una continua lotta tra i due fronti per la conquista di una maggiore autonomia che i figli vogliono riconosciuta da parte dei genitori. Cosa si deve fare allora?
Per instaurare una relazione corretta con i propri figli, durante il periodo dell’adolescenza, è importante valutare al meglio quali siano i comportamenti da tenere per avere un approccio costruttivo che porti ad una crescita sana e, possibilmente, armoniosa. Uno degli aspetti più importante da valutare, riguarda l’accordo che ci deve essere da parte di entrambi i genitori sul modo di prendere decisioni nei confronti dei propri figli, i quali devono vedere tra la figura della mamma e il papà una sorta di bilanciamento, in modo da evitare di imbattersi in permessi differenti. Questo significa fare “fronte comune”, in modo che i figli, vedendo che la posizione e l’atteggiamento dei due genitori sono i medesimi, non si sentiranno in diritto di far pressioni o richieste più ad uno che all’altro con la speranza di un cedimento da parte del genitore considerato più permissivo. Per questo motivo, collaborazione e bilanciamento tra i due genitori sono la chiave per cercare di instaurare un rapporto coerente con i figli adolescenti. Nell’eventualità in cui i due genitori si dovessero trovare in una situazione di disaccordo su una decisione da prendere o su un atteggiamento da tenere, è consigliabile discuterne insieme, senza rendere partecipe l’adolescente, in modo da trovare una soluzione valida per entrambi. Davanti ad una discussione tra genitori e figli adolescenti è praticamente impossibile che non nascano degli sconti, ma la cosa fondamentale è cercare di rendere questi scontri costruttivi. In che modo è possibile farlo?
- Utilizzando, nel corso della discussione, un atteggiamento caratterizzato da educazione e rispetto;
- rispettando la posizione dell’altra parte anche se ci si trova davanti ad un punto di vista che non si condivide;
- tenendo un atteggiamento che non va a sminuire, attaccare o colpevolizzare l’altra parte;
- criticando costruttivamente, non la persona, ma il comportamento specifico che si ritiene inadatto;
- mantenendo la calma, evitando di perdere il controllo e di dire cose della quale ci si potrebbe pentire dopo poco;
- arrivando ad una situazione finale in cui non ci sia un vincitore e uno sconfitto, ma un accordo tra le parti, attraverso il quale tutti possano provare soddisfazione.
Con questi comportamenti l’adolescente sarà in grado di capire che è possibile arrivare ad un punto di incontro tra posizioni differenti senza necessariamente sfociare in atteggiamenti distruttivi; si renderà conto, inoltre, che, nel corso di una discussione, esternare i propri punti di vista con pacatezza e rispetto può portare ad ottenere i risultati sperati, e, soprattutto, sarà in grado di utilizzare questo metodo per rapportarsi anche nelle relazioni che intercorrono al di fuori del contesto familiare.
Ecco alcuni spunti di riflessione per avere un atteggiamento, il più possibile corretto, con i propri figli adolescenti:
- Giocare con i propri figli ad una sorta di tiro alla fune:
L’immagine di questo gioco illustra chiaramente il rapporto che si stabilisce tra i genitori e i figli nel corso dell’adolescenza: da un lato della fune ci sono i genitori a far valere la propria autorità, dall’altro lato della fune, invece, ci sono i figli adolescenti con le loro richieste e pretese. Qual è il modo corretto di tirare la fune in una relazione di questo tipo? Ci sono principalmente tre differenti opzioni per il genitore:- tirare sempre dalla propria parte, ma può decisamente non essere il comportamento più adatto da tenere in quanto può dare origine, con il passare del tempo, ad ostilità e rabbia da parte del figlio adolescente;
- mollare la fune al figlio, ma anche in questo caso l’atteggiamento non si rivela dei migliori in quanto porta i figli a sentirsi legittimati a fare quello che vogliono poiché non gli sono stati messi limiti e non gli sono stati detti i famosi “NO che aiutano a crescere”;
- tirare la fune quando è necessario. Questo ultimo modo è quello più corretto per interagire con un figlio, in quanto il genitore pone dei limiti nelle situazioni in cui è necessario farlo, mentre lascia più libertà nelle situazioni in cui non è necessario mettere alcun tipo di divieto, ma che, al contrario, possono rivelarsi una buona occasione di crescita e di ricerca della propria identità.
- Non cedere a tutte le richieste, ma negoziare ogni volta, trovando un accordo.
È importante avere chiaro nella testa che la prima accettazione di una richiesta sarà recepita dal figlio adolescente come un’accettazione assoluta. Il figlio avrà la pretesa di aver conquistato la sua autonomia per quella determinata situazione e non si sentirà più in dovere, in futuro, di chiedere nuovamente permesso al genitore. È chiaro che in questa fase è necessario scendere a compromessi per trovare una soluzione bilanciata e ritenuta adeguata da entrambe le parti. - Essere un tipo di genitore diverso in base alle varie situazioni da affrontare.
Può essere necessario, per il genitore, dover tenere atteggiamenti diversi di fronte alle differenti circostanze che gli si pongono davanti ed anche in base all’atteggiamento tenuto dai figli adolescenti. I figli devono riconoscere che le decisioni prese dai genitori sono al di sopra di quelle che vorrebbero prendere loro, ma contemporaneamente i genitori hanno il dovere di ascoltare le richieste dei figli con rispetto ed educazione.
Se, ad esempio, ai figli non è concesso solitamente rimanere fuori oltre un certo orario, ma viene avanzata la richiesta di abolire questo divieto, invece che risolvere la soluzione con un “no” categorico o con un “si” assoluto, la soluzione più adeguata potrebbe essere quella di trovare una soluzione che vada bene ad entrambe le parti, ad esempio, consentire di rimanere qualche ora in più fuori casa solo il sabato sera. - Rispettare la loro privacy.
Un atteggiamento sicuramente apprezzato dai figli adolescenti da parte dei genitori è senza dubbio il rispetto della loro privacy. Il fatto che abbiano la tendenza a chiudersi, potrebbe portare il genitore a non capire più quali siano i reali pensieri dei propri figli e di conseguenza indurlo a cercare di scoprire qualcosa anche invadendo il loro territorio, ad esempio leggendo un diario o messaggi sul cellulare, oppure frugando in camera. In questa fase così delicata, questo comportamento potrebbe essere vissuto come invasivo, quindi trasformarsi in una chiusura maggiore nei confronti dei genitori.
È consigliabile quindi, per interagire al meglio, cercare un confronto diretto con i figli ponendo domande, senza risultare però troppo pressanti. Durante l’adolescenza la presenza dei genitori è fondamentale per i figli, nonostante si ostinino a negarlo, ma questo non deve essere motivo di invasione; occorre essere genitori presenti, senza invadere ed assillare! - Cercare attività da svolgere insieme.
Per un corretto rapporto con i figli adolescenti può essere utile anche cercare di sfruttare una passione in comune per trascorrere del tempo insieme con serenità.
Davanti ad un figlia adolescente appassionata di moda e vestiti potrebbe essere un vantaggio per la mamma proporre ogni tanto un pomeriggio insieme all’insegna dello shopping. Per un figlio adolescente appassionato di calcio, invece, potrebbe essere un’idea per il papà fare un abbonamento allo stadio per entrambi per andare a vedere la loro squadra del cuore e trascorrere delle ore insieme. Bisogna sempre cercare di capire quali siano le passioni dei propri figli per cercare di valorizzarle al meglio e utilizzarle come mezzo per comunicare, in modo da rendere il rapporto più sano ed equilibrato. - Sapersi immedesimare negli stati d’animo dei propri figli.
Avere quello che viene definita empatia nei confronti dei propri figli potrebbe essere la giusta chiave per instaurare un rapporto sereno e comprensivo, fermo e affettuoso.
Davanti ad ogni reazione, richiesta o pretesa dei figli c’è sempre alla base una motivazione, un pensiero, uno stato d’animo ed è fondamentale per il genitore essere in grado di immedesimarsi nei loro stati d’animo per cercare poi un confronto che sia basato principalmente sul dialogo e su uno scambio di opinioni costruttivo. - Tenere conto delle differenze dei figli.
Nel corso di questo periodo evolutivo è ormai appurato che negli adolescenti si verificano inevitabilmente numerosi cambiamenti e per comprenderli al meglio è necessario tenere presente le differenze che ci possono essere tra i figli, sia rispetto ai bisogni sia per quanto riguarda le attitudini. L’esempio di differenza più evidente è sicuramente quello tra figlio maschio e figlia femmina, non solo perché i cambiamenti avvengono in tempi e modalità differenti, ma anche perché si presentano in ambiti totalmente diversi. Quello che può essere un problema esistenziale per una figlia adolescente femmina potrebbe, al contrario, rivelarsi una cosa da niente per un figlio adolescente maschio e viceversa. Bisogna quindi comprendere che non esiste un atteggiamento universale da tenere, ma bisogna capire quale degli atteggiamenti possa rivelarsi il più efficace nei confronti dei propri figli.
La famiglia, in particolare i genitori, hanno un ruolo fondamentale durante la crescita e lo stadio adolescenziale dei propri figli. Si può parlare di una duplice funzione in quanto devono consentirgli di crescere, di fare le proprie esperienze e di commettere errori, ma al contempo devono essere in grado di fargli da guida nelle situazioni in cui non possono autonomamente destreggiarsi: pur trattandosi di un momento delicato della vita dei propri figli, i genitori devono avere la pazienza e la capacità di supportarli nella ricerca della propria strada e della propria identità senza tentare di ostacolarli a causa di un eccessivo senso di protezione nei loro confronti.
In adolescenza si pensa che debbano essere solo i figli a compiere un percorso personale di crescita, mentre, in realtà, anche i genitori sono necessariamente portati a subire un’evoluzione del proprio ruolo e della prospettiva da cui guardare al mondo ed alla vita.
Nonostante possa sembrare scontato affermare che alla base di un rapporto tra genitori e figli debba esserci un forte legame, è anche vero che da solo non può bastare, occorrono pazienza, comprensione, chiedere scusa, essere pronti a mettersi in discussione.
Nonostante l’adolescenza si presenti come uno stadio complesso e difficile è comunque uno stadio necessario e indispensabile per il percorso evolutivo dei propri figli e bisogna quindi accogliere con tranquillità questa fase evolutiva transitoria, senza farsi spaventare dai cambiamenti, poiché saranno proprio questi che, se seguiti e vissuti in modo corretto, daranno al rapporto una solida base per un legame stretto e duraturo, voluto e sentito, da entrambe le parti.
Articolo offerto da Giulia Checcucci (www.giuliacheccuccipsicologo.it)