Namasté è una parola che gli Indù utilizzano comunemente nella vita quotidiana per salutarsi, ma è anche un gesto sacro indiano che viene utilizzato per la preghiera. Precisamente, qual è il significato di questa parola?
Il significato
Il termine Namastè si compone di due parti; Namah significa inchino, mentre tè significa tu. Dal punto linguistico, quindi, questa parola significa inchinarsi, ma ha anche una forte valenza simbolica e spirituale; ogni volta che questa parola viene pronunciata, infatti, noi accettiamo l’idea che in ognuno di noi si manifesti una parte dell’essenza divina che viene accolta con favore.
Per questo motivo, la parola Namastè è più di un saluto e viene utilizzata sia nella vita di tutti i giorni, che durante la pratica Yoga o durante le preghiere.
Il mudra
Il gesto di saluto si chiama anjali mudra e si può praticare in diversi modi; questo mudra è molto importante e può essere utilizzato sia quando ci si saluta, sia quando ci si lascia. Il gesto è accompagnato dalle mani giunte, con le dita rivolte verso l’alto che, inizialmente, sono poste all’altezza della fronte per poi scendere al mento e al petto, facendo al contempo un piccolo inchino.
Il gesto delle mani giunte, anjali, rappresenta l’unione tra spirito e materia; la natura divina, rappresentata dalla mano destra, si congiunge con la natura terrena, distinta dalla mano sinistra.
Questa particolare posizione, quindi, consente di equilibrare l’energia dei due emisferi e serve ad attivare il chakra del cuore.
Il gesto di incrociare le braccia sul petto è un modo per creare una barriera in grado di proteggerci da eventuali energie negative; praticando il gesto del Namastè, infatti, sarà possibile chiudere se stessi dall’energia negativa e raccogliere quella positiva. Inclinare la testa, infine, serve per immergersi all’interno dell’azione stessa.
Gli effetti della preghiera
Questa preghiera ha molti effetti positivi per il proprio equilibrio; oltre ad aiutare nella concentrazione e a focalizzare meglio l’attenzione, protegge l’essenza spirituale e mette in contatto con il proprio subconscio. Inoltre, riesce a minimizzare l’orgoglio e a migliorare l’intuizione. Questo mudra viene utilizzato, soprattutto, nella asana Pranamasana o posizione della preghiera.
Quello che è importante conoscere
Ci sono alcune accortezze che è importante conoscere; ad esempio, se ci si trova davanti una persona molto importante, è importante piegare le mani e portarle di fronte al terzo occhio; solo dopo questo gesto, è possibile portare le mani all’altezza del cuore. In questo modo, dal punto di vista simbolico, la nostra mente si abbassa al cuore e l’anima diventa più importante della ragione.
Durante le preghiere con Namastè, gli Indù alzano le mani giunte sopra la testa, poi le spostano all’altezza del cuore e, infine, si inchinano.
Anjali mudra è nato, inizialemente, come un gesto di preghiera, ma oggi si applica anche in situazioni differenti. Il mudra Namastè è quello più adatto ai principianti; è molto importante percepire la vibrazione del canto durante la preghiera, toccandosi il petto. Anjali mudra è il modo migliore anche per iniziare una lezione di yoga perché aiuta a concentrarsi sulle proprie azioni e a sintonizzarsi meglio sulla meditazione.