L’Aramaico, in origine, era una lingua parlata dalle popolazioni, dapprima nomadi, che si erano stanziate in Mesopotamia durante il XII e XI secolo a.C. nei regni assiro-babilonesi.
La sua scrittura, molto più semplice rispetto a quella assiro-babilonese, si impose poco a poco già durante l’VIII secolo a.C., fino a diventare la lingua commerciale e, ancora successivamente, la lingua dei rapporti diplomatici.
E’ necessario aspettare il VI secolo perchè l’Aramaico diventi la lingua ufficiale dell’impero Achemenide, fondato da Ciro il Grande; in quel periodo, diversi documenti in aramaico provenivano dalla colonia ebraica di Elefantina, a sud dell’Egitto. Gli Ebrei avevano adottato questa lingua durante la loro prigionia a Babilonia e continuarono ad utilizzarla anche dopo il loro rientro in patria, nel 539 a.C.
Nel III sec. a.C., mentre la lingua ebraica era ristretta all’ambito della letteratura e della liturgia, l’Aramaico era la lingua parlata dal popolo; l’aramaico giudeo-palestinese diventerà la lingua di Gesù, degli apostoli e dei rabbini.
Alla fine del IV secolo la situazione cambia radicalmente; Alessandro Magno conquista l’Impero Persiano e in tutto il Medio Oriente il greco diventa la lingua ufficiale. L’Aramaico si ramificherà in diversi dialetti.
Ebraico ed aramaico al tempo di Gesù
All’epoca di Gesù, la lingua dell’Antico Testamento, ovvero l’ebraico biblico, non era più parlato, ma veniva utilizzato nella liturgia sinagogale del sabato; era una lingua letteraria compresa quasi esclusivamente dal ceto colto.
Allo stesso tempo, tuttavia, esisteva anche una variante maggiormente popolare, ovvero la lingua dei saggi o ebraico rabbinico; quest’ultima era caratterizzata da forme verbali meno complesse e da periodi molto più semplici. Questa lingua ha continuato ad essere parlata a Gerusalemme e anche in alcuni centri minori della Palestina, almeno fino al 200 d.C.
Per molti secoli, quindi, la lingua ebraica è stata affiancata dalla lingua aramaica. Tuttavia, solo la seconda era la lingua del popolo ed era parlata in molti villaggi; infatti, oltre ad essere la lingua più diffusa nella zona Nord della Palestina, in particolare in aree come Nazareth e Cafarnao (luoghi dove Gesù venne educato, crebbe e trascorse gran parte della sua vita), l’aramaico era anche parlato e compreso oltre i confini della regione.
Il Padre Nostro Aramaico
L’Aramaico fu la lingua attraverso la quale venne trasmessa, in forma orale, la preghiera del Padre Nostro; solo successivamente, probabilmente, furono scritte le sue versioni in Ebraico, Greco e Latino. La preghiera dovette essere diffusa attraverso quella che era la lingua maggiormente diffusa e compresa rispetto alla lingua madre, l’Ebraico antico.
In particolare, un episodio riportato nel Vangelo di Luca (4,16-30) racconta di Gesù che lesse il rotolo della legge nella sinagoga di Nazareth; la proclamazione venne quasi certamente fatta in Ebraico, ma le poche parole di commento furono enunciate, probabilmente, in Aramaico, la lingua della predica.
Un po’ come accadeva in passato durante le Messe che, prima della riforma liturgica, venivano celebrate in latino. L’omelia, invece, veniva enunciata in italiano in modo da farla comprendere a tutti indistintamente.