Venere di Willendorf

Venere di Willendorf, una dea della Preistoria

La Venere di Willendorf è un’opera d’arte antichissima che sicuramente tutti, almeno una volta nella vita, avranno visto online, in TV o raffigurata sui libri di storia.

Ma quali sono le sue caratteristiche? Quali simbologie si nascondono dietro a questo antico manufatto? Scopriamolo insieme.

Cenni storici

La Venere di Willendorf è una statua in pietra raffigurante una donna dai fianchi molto larghi, dai seni prosperosi e dalle dimensioni generalmente abbastanza abbondanti.

Perché allora darle l’appellativo di Venere? Perché connetterla in qualche modo con la bellezza e l’amore? Semplice: tutte le cosiddette Veneri preistoriche rispondono ad un ideale di grazia diverso da quello classico e, ovviamente, anche da quello attuale. I loro tratti sessuali, quindi seno, fianchi e glutei, sono in genere molto marcati dato che bellezza a quei tempi faceva rima con la fertilità e la maternità. Le donne feconde, capaci di diventare madri e di avere dei rapporti con gli uomini, erano perfette in quanto, chiaramente a livello inconscio, garantivano la continuità della specie e rispondevano al richiamo dell’istinto di sopravvivenza del genere umano.

Quest’opera, nata nella preistoria dal lavoro di un artista ovviamente ad oggi sconosciuto, venne ritrovata soltanto nel 1908 in Austria, a Willendorf per l’appunto, ed è sicuramente la raffigurazione iconica femminile più nota dell’età della pietra.

Venere di Willendorf: cosa c’è da sapere?

Prima di soffermarsi sulla simbologia nascosta dietro questa statua risalente all’epoca paleolitica è bene analizzare con maggiore attenzione il suo aspetto fisico. Di cosce, fianchi e seni eccessivamente prosperosi, gli stessi che un tempo facevano bella una donna e che oggi tanto cerchiamo di contenere, abbiamo già parlato.

Quello che importa sottolineare adesso è che la statua ha il volto celato da un drappo probabilmente di tessuto: essa non è quindi una divinità a cui mancare di rispetto coprendo il viso e nemmeno una persona in particolare dai tratti somatici ben definiti, ma l’essenza stessa della femminilità.

Inoltre le sue mani sono ben salde sul seno, luogo che sappiamo connesso alla sfera sessuale e alla cura dei neonati, quasi a rimarcare insomma la sua forza vivificatrice. Tutte le parti anatomiche in qualche modo coinvolte nella procreazione e nella pratica sessuale infatti in genere sono scolpite con cura mentre le altre zone del corpo sono abbozzate, appena presenti e riconoscibili.

In sostanza insomma la Venere di Willendorf è un inno alla sensualità ed alla maternità, un simbolo eloquente dell’importanza del sesso in una società ancora priva di tabù di ogni ordine e grado.

Venere di Willendorf: la simbologia

La simbologia nascosta dietro la Venere di Willendorf, ormai l’abbiamo capito tutti, ha a che fare con la continuità della specie.

La società dell’epoca puntava molto sui nuovi membri nati dalle donne del clan: si moriva da giovani per malattie o perché uccisi da animali selvaggi e quindi più braccia si avevano a disposizione e più era facile procurarsi il cibo e sperare di sopravvivere. Non c’era motivo alcuno infine di sopprimere uno stimolo sessuale e l’accoppiamento era l’atto più naturale che potesse esistere.

Insomma la Venere di Willendorf simboleggia forza fisica e slancio vitalistico, fecondità e potere di un clan ed ha al contempo qualcosa di mistico e di prosaico. Essa racchiude infine in sé tutti gli ideali di una remotissima epoca storica.

Foto copertina Di User:MatthiasKabel – Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1526553

Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione. Clicca su Maggiori informazioni se vuoi saperne di più e su Accetto per dare il tuo consenso. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi